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Letto da noi

IL MAGO DI LUBLINO

Uno dei romanzi più celebrati di Singer, animato da un protagonista memorabile, cui è affidata la rappresentazione dell'eccesso supremo: la rinuncia del desiderio, la perdita di sé in Dio. 

Yasha di Lublino è un funambolo, un prestigiatore, un illusionista, un ipnotizzatore, maestro, come Houdini, nell'aprire serrature e lucchetti anche bendato o ammanettato. Sul punto di abbandonare la fedele moglie Esther per fuggire in Italia con la bella Emilia, sul punto di usare le sue abilità per scopi criminali, come gli consigliano da tempo amici ruffiani e ladri, questo zingaro della lussuria torna nel villaggio natio e si fa murare in una stanza della casa per scontare i suoi peccati e diventare, suo malgrado, un saggio venerato da ebrei vicini e lontani.

 

Incipit:

“Quel mattino Yasha Mazur, o il Mago di Lublino, com’egli era conosciuto ovunque tranne che nella sua città natale, si destò di buon ora. Rimaneva sempre a letto per uno o due giorni, dopo aver fatto ritorno da un viaggio; lo sfinimento imponeva che indulgesse a un sonno ininterrotto. Sua moglie Ester gli portava dolciumi, latte, un piatto di minestra d’avena; lui mangiava e tornava ad appisolarsi. Il pappagallo strillava; Yokatan, la scimmia, batteva i denti; i canarini fischiavano e trillavano, ma Yasha, ignorandoli, si limitava a rammentare ad Ester di abbeverare le cavalle. Avrebbe potuto fare a meno di impartirle tali istruzioni; ella ricordava sempre di attingere acqua al pozzo per Kara e Shiva, le loro due giumente grigie, o, come Yasha le aveva soprannominate, Polvere e Ceneri.”

Ancora 1

ISAAC BASHEVIS SINGER (Leoncin, 14 luglio 1904 – Miami, 24 luglio 1991)

Isaac B. Singer, è stato uno scrittore ebreo-polacco naturalizzato statunitense, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1978. Autore di racconti e romanzi, inizialmente in yiddish, poi tradotti in lingua inglese.  "Un repertorio straordinario di caratteri umani e di errori in cui ognuno di noi può riconoscere qualcosa di se stesso. Soprattutto nel periodo americano Singer fa sentire tutto lo scarto tra la sua formazione yiddish e il mondo moderno. Perduto in America, assume una dimensione narrativa bifocale: guarda le cose moderne mantenendo il suo sguardo antico." (Eraldo Affinati)

Romanzi (bibliografia italiana):

  • Satana a Goray (1935)

  • La famiglia Moskat (1950)

  • Ombre sull'Hudson (1957)

  • Il mago di Lublino (1960)

  • Lo schiavo (1962)

  • La fortezza (1967)

  • La proprietà (1969)

  • Nemici: una storia d'amore (1972)

  • Shosha (1978)

  • Il penitente (1983)

  • Il Re dei campi (1988)

  • Schiuma (1991)

  • Il certificato (1992)

  • Anime perdute (1994)

 

Nota di Singer  al volume “Lo scrittore di lettere ed altri racconti”:

«[…] tanti pericoli […] insidiano gli autori di narrativa. I peggiori sono:

1. L’idea che lo scrittore debba essere un sociologo e un politico, e adeguarsi alla cosiddetta dialettica sociale.

2. La fame di denaro e di una rapida affermazione.

3. L’originalità forzata: vale a dire l’illusione che la retorica pretenziosa, le ricercate innovazioni di stile e il giocare con simboli artificiosi possano dare espressione alla natura essenziale e sempre mutevole delle relazioni umane, o riflettere le combinazioni e le complicazioni tra ereditarietà e ambiente.

Queste trappole della scrittura cosiddetta ´sperimentale’ hanno rovinato chi pure aveva del talento autentico; hanno guastato molta della poesia moderna, rendendola oscura, esoterica e senza più fascino. Un conto è dar sfogo all’immaginazione, ma la distorsione di ciò che Spinoza definiva ´l’ordine delle cose è tutt’altro davvero. La letteratura può ben descrivere l’assurdo, ma non dovrebbe diventare mai assurda essa stessa. […] »

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