Letto da noi
NORWEGIAN WOOD. TOKYO BLUES
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
L’incipit:
“Avevo trentasette anni, ed ero seduto a bordo di un Boeing 747. Il gigantesco velivolo aveva cominciato la discesa attraverso densi strati di nubi piovose, e dopo poco sarebbe atterrato all'aeroporto di Amburgo. La fredda pioggia di novembre tingeva di scuro la terra trasformando tutta la scena, con i meccanici negli impermeabili, le bandiere issate sugli anonimi edifici dell'aeroporto e l'insegna pubblicitaria della Bmw, in un tetro paesaggio di scuola fiamminga. È proprio vero: sono di nuovo in Germania, pensai.”
La canzone:
(Toru Watanabe si trova all’aeroporto di Amburgo e sta per scendere da un boeing 747, finchè sente diffondersi dagli altoparlanti la canzone Norwegian Wood dei Beatles)
MURAKAMI HARUKI (Kyoto, 12 gennaio 1949)
Haruki è il nome, Murakami il cognome (in giapponese il cognome precede il nome). È autore di molti romanzi, racconti e saggi, uno dei pochi scrittori viventi in grado di vendere milioni di copie in un mese e di comparire tutti gli anni tra i candidati al Premio Nobel. Fin dal suo primo romanzo, si è imposto sulla scena letteraria giapponese come uno scrittore di primo piano che non sembrava appartenere alla tradizione nipponica. I suoi scenari metropolitani e i riferimenti alla cultura popolare occidentale, perfino la forma della scrittura, proiettavano la letteratura giapponese in spazi nuovi e inattesi. Alla sua attività di narratore e saggista, ha affiancato il lavoro di traduzione letteraria facendo conoscere in Giappone l'opera completa di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O'Brien, John Irving. Ha girato il mondo, adora la musica classica, jazz e rock (ha una collezione di dischi pazzesca: più di diecimila album), negli anni '70 ha gestito un bar a Tokyo, il Peter Cat, in cui tutto, dal nome del locale all'insegna, dalle tazze ai tavoli, era ispirato ai gatti, tanto cari all'autore. “La strana biblioteca”, il suo ultimo romanzo tradotto da Einaudi, è in libreria dal 17 novembre 2015.
Sito web (italiano): http://www.harukimurakami.it/Joomla/
Romanzi:
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Kaze no uta o kike, 1979
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1973-nen no pinbōru, 1980
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Nel segno della pecora, Longanesi, 1982; Einaudi, 2010 (Hitsuji o meguru bōken, 1982)
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La fine del mondo e il paese delle meraviglie, Baldini & Castoldi 2002 (Sekai no owari to Hādo-boirudo Wandārando, 1985)
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Norwegian Wood, Feltrinelli 1993; Einaudi 2006 (Noruwei no mori, 1987)
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Dance Dance Dance, Einaudi 1998 (Dansu dansu dansu, 1988)
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A sud del confine, a ovest del sole, Feltrinelli 2000; Einaudi 2013 (Kokkyō no minami, taiyō no nishi, 1992)
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L'uccello che girava le viti del mondo, Baldini&Castoldi 1999 (Nejimaki-dori kuronikuru, 1994-1995)
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La ragazza dello Sputnik, Einaudi 2001 (Supūtoniku no koibito, 1999)
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Kafka sulla spiaggia, Einaudi 2008 (Umibe no Kafuka, 2002)
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After Dark (Afutā dāku, 2004)
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1Q84 (Ichi-kyū-hachi-yon, 2009), Einaudi 2011 (1 e 2), Einaudi 2012 (3)
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L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, Einaudi 2014 (Shikisai o motanai Tazaki Tsukuru to, kare no junrei no toshi, 2013)
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Sonno (con Menschik Kat), Einaudi 2014
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La strana biblioteca, Einaudi 2015, (Fushigina toshokan, 2005)
Ha detto:
«Amo la cultura pop: i Rolling Stones, i Doors, David Lynch, questo genere di cose. Non mi piace ciò che è elitario. Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler, e i polizieschi. Ma non è questo ciò che voglio scrivere. Quello che voglio fare è usarne le strutture, non il contenuto. Mi piace mettere i miei contenuti in queste strutture. Questa è la mia via, il mio stile. Perciò non piaccio né agli scrittori di consumo né ai letterati seri. lo sono a metà strada, e cerco di fare qualcosa di nuovo. [...] Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, sono un uomo molto razionale. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all'oroscopo. [...] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. Piú sono serio, piú divento balzano e contorto»
(da “The Salon Magazine”, 16/12/1997)