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Letto da noi

E L'ECO RISPOSE

Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra. Seguendo i suoi personaggi e le ramificazioni delle loro vite e delle loro scelte, la storia si snoda in un quadro sempre più ampio e carico di emozioni da cui il lettore resta totalmente catturato.

 

L’incipit:

“Allora, se volete una storia ve la racconto. Ma una sola. Non chiedetemene poi un’altra, né tu né lui. È tardi e poi, Pari, noi due abbiamo davanti una lunga giornata di viaggio. Bisogna che tu faccia un buon sonno. E anche tu, Abdullah. Conto su di te, figliolo, mentre tua sorella e io siamo via. Anche tua madre fa affidamento su di te. Una storia sola, dunque. Ascoltate, voi due, ascoltate bene e non interrompete.

C’era una volta, quando i div, i jinn e i giganti vagavano per la terra, un contadino di nome Baba Ayub. Viveva con la sua famiglia in un piccolo villaggio che si chiamava Maidan Sabz. Poiché aveva una famiglia numerosa da sfamare, Baba Ayub passava le giornate consumandosi di duro lavoro. Ogni giorno faticava dall’alba al tramonto, arava il suo campo, vangava e curava i suoi stenti alberi di pistacchio. In ogni momento lo potevi scorgere nel campo, piegato in due, la schiena curva come la falce che maneggiava tutto il giorno. Le sue mani erano coperte di calli e spesso sanguinavano e la sera il sonno lo rapiva non appena la sua guancia toccava il cuscino.

Devo dire che non era il solo a faticare tanto. La vita, a Maidan Sabz, era dura per tutti gli abitanti.”

Ancora 1

KHALED HOSSEINI (Kabul, 4 marzo 1965)

Figlio di un diplomatico e di un’insegnante, è nato a Kabul, in Afghanistan, nel 1965 e si è trasferito in seguito negli Stati Uniti, dove prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato come medico. Il suo primo romanzo, “Il cacciatore di aquiloni” (2004), è diventato un eccezionale caso editoriale internazionale, rimasto per oltre cinque anni nella bestseller list del New York Times, pubblicato in 70 Paesi con 23 milioni di copie vendute. Un successo replicato con il secondo romanzo, “Mille splendidi soli”, tanto che la casa di produzione di Steven Spielberg, DreamWorks, ha acquistato i diritti dei due romanzi per trarne dei film. Dopo un viaggio in Afghanistan come volontario dell’UNHCR (l’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite), lo scrittore ha dato vita alla Khaled Hosseini Foundation, un ente non profit che fornisce aiuto umanitario alla popolazione afghana.

 

Sito web (italiano):   http://www.hosseini.it/

 

Bibliografia:

  • Il cacciatore di aquiloni (2004)

  • Mille splendidi soli (2007)

  • E l'eco rispose (2013)

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