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Letto da noi

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CINQUE STORIE FERRARESI – DENTRO LE MURA

“Cinque storie ferraresi” è una raccolta di racconti, tutti ambientati nella città di Ferrara, che vi è trattata come se fosse un personaggio. Le “Cinque storie ferraresi” ebbero una genesi travagliata: Giorgio Bassani sottopose i racconti a diverse correzioni e riscritture nel corso di sedici ann. Apparvero dapprima sulla rivista “Botteghe oscure”, ad eccezione di “Lida Mantovani”, il cui primo abbozzo del 1937 fu pubblicato in “Una città di pianura” nel 1940. Una seconda stesura fu edita dalla rivista “Paragone”, dove Bassani entrò come redattore nel 1953, in un’edizione oggi quasi introvabile. La versione pubblicata da Einaudi nel 1956 è generalmente ritenuta la stesura migliore ed è quella che valse al suo autore il Premio Strega nello stesso anno. Per volontà di Bassani, i cinque racconti nel 1980 confluirono ne “Il Romanzo di Ferrara”, di cui costituiscono la prima parte col titolo “Dentro le mura”. Lo stile è caratterizzato da una sintassi complessa, fatta di periodi lunghi, ricchi di incisi e subordinate. Nella sua poetica fotografica, quasi cinematografica, le finissime descrizioni restituiscono immagini che vanno spesso e prepotentemente a sostituirsi alla parola. Le mura, le case, le vie, le piazze, i luoghi di ritrovo e addirittura il clima di Ferrara sono, tanto quanto i personaggi, protagonisti assoluti di queste pagine e metafora dell’animo umano.  

Lida Mantovani

Lida Mantovani, la protagonista dell’omonimo racconto, è una giovane di umili origini, che deve rinunciare all'amore e al sogno di un futuro con David, ebreo “figlio di signori” che la mette incinta e poi la abbandona. Nella sua disperata condizione di ragazza madre e di indigenza, dovrà accettare la corte e poi di andare in sposa al premuroso e rassicurante Oreste, agiato rilegatore di libri di lei assai più vecchio, che non ama ma che le è “necessario”.

La passeggiata prima di cena

Anche nel secondo racconto si ritrova il tema della rinuncia e della disparità dettata dalle diverse appartenenze di ceto e di religione. Il Dr. Elia Corcos, per non sottrarsi alla responsabilità di un matrimonio riparatore con Gemma, un’insignificante “ragazza del popolo” che manca di bellezza oltre che di istruzione, accetta di condurre la modesta vita del medico curante di provincia, sacrificandovi la brillante e prestigiosa carriera che le sue capacità gli avrebbero procurato. In parallelo, la sorella di Gemma, Ausilia, personaggio apparentemente secondario del racconto, accetta il suo destino di “zitella” e tiene segreto l’intimo sentimento che prova nei confronti del cognato,

Una lapide in via Mazzini

Geo Josz è un sopravvissuto alla Shoah che fa ritorno, solitario e inatteso, nella sua città natale, Ferrara, a pochi mesi dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Sebbene dei 183 deportati sia l’unico “fortunato” ad avercela fatta, egli diventa subito una figura inquietante, guardata con sospetto dai più e ridicolizzata da molti in un clima sociale convintamente rivolto a chiudere i conti con un passato scomodo e ingombrante e a proiettarsi in un tempo nuovo e presumibilmente più promettente. Se il racconto coglie con raffinatezza “lo spirito del tempo” che contraddistinse il ritorno alla vita di numerosi ebrei italiani, nonché la tormentata uscita da anni di immersione nella cultura fascista, colpiscono i molteplici riferimenti per lo più impietosi alle caratteristiche personali di Geo, che vanno dall'esibizionismo, all'incoerenza, alla bizzarria, favorendo l’impressione che l’esperienza compiuta nel lager abbia reso il protagonista in qualche misura meno umano.

Gli ultimi anni di Clelia Trotti

Clelia Trotti è una vecchia maestra, una rivoluzionaria socialista "che aveva visto con i suoi occhi Anna Kuliscioff e Andrea Costa" e che per questo motivo, è anche stata in prigione e al confino. Morta in carcere nel 1943 a poco più di sessant'anni, il suo funerale, civile, si tiene a Ferrara. solo nell'autunno del 1946. Alla funzione partecipa anche Bruno Lattes, un giovane insegnante trasferitosi in America dove ha avviato la carriera universitaria. Bruno ricorda quando, nel 1939, spinto da un'intensa curiosità culturale, fece di tutto per conoscere Clelia Trotti: pur non sposando le sue idee politiche, riuscì a diventarne amico, condividendo progetti e paure per il futuro incombente. A far luce sul complicato e controverso rapporto instauratosi tra i due c'è l'epigrafe ad inizio del racconto, ripresa da Italo Svevo: "Le persone di cui si conquista l'affetto con l'imbroglio non si amano mai sinceramente...". Bruno non è infatti la persona immaginata da Clelia.

Il racconto fu pubblicato dall'Editore Nistri-Lischi nel 1955 vincendo il Premio Letterario Internazionale "Veillon" di Lugano.

Una notte del 43

Fra le cinque storie ferraresi, è il racconto più aderente alla ricostruzione storica. Ispirandosi all'episodio reale dell’uccisione di 11 persone in Corso Roma come rappresaglia dell’assassinio del federale fascista Igino Ghisellini, qui diventato il console Bolognesi, Bassani posticipa leggermente la vicenda, da novembre a dicembre 1943, e all'interno del contesto reale crea una storia privata, frutto della sua ispirazione. Il protagonista è Pino Barilari che, portato alla paralisi da una malattia venerea contratta in gioventù, trascorre le sue giornate al piano superiore della farmacia ereditata dal padre, davanti alla finestra che si affaccia su Viale Roma. Finestra dalla quale, con ogni probabilità, assiste alle uccisioni di quel 15 dicembre. La paralisi fisica diventa paradigma di quella morale e politica: nonostante sia l’unico testimone oculare della strage, lo “stare alla finestra” del farmacista coincide con quello di un’intera popolazione, di un intero Paese, che, tranne rare eccezioni, sceglie di non prendere posizione, facendosi travolgere dagli eventi e dalle altrui volontà.

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GIORGIO BASSANI (Bologna, 4 marzo 1916 – Roma, 13 aprile 2000)

Nato a Bologna da una benestante famiglia ebraica di origini ferraresi (il padre Angelo Enrico è stato presidente della SPAL dal 1921 al 1924), Giorgio Bassani trascorse l’infanzia e la giovinezza a Ferrara, destinata a divenire il cuore pulsante del suo mondo poetico. Si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna, dove, nonostante le leggi razziali emanate dal regime fascista, si laureò nel 1939. Nel 1940 uscì “Una città di pianura”, la sua prima opera, che pubblicò sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Insegnò Italiano e Storia agli studenti ebrei espulsi dalle scuole pubbliche e divenne attivista politico clandestino. Come antifascista, nel 1943, venne rinchiuso per alcuni mesi nella prigione cittadina di Via Piangipane. Liberato, sposò Valeria Sinigallia, entrò in clandestinità e lasciò Ferrara, prima per Firenze e subito dopo per Roma, dove, pur mantenendo sempre un fortissimo legame con la sua città d’origine, trascorse il resto della vita come scrittore e uomo pubblico. Fu proprio la capitale a dargli fama e opportunità. Oltre alle raccolte di poesie, quei primi anni lo videro redattore di riviste letterarie di pregio, come Paragone, Botteghe Oscure (rivista di letteratura internazionale uscita tra il ’48 e il ’60) e Officina (fondata da Pasolini con altri bolognesi), presso le quali conobbe e pubblicò autori fondamentali, da Dylan Thomas a Carlo Cassola, da Truman Capote a Pier Paolo Pasolini. Si deve a lui, nella veste di consulente e poi di direttore editoriale della “Biblioteca di letteratura” di Feltrinelli (dal 1958 al 1963), la pubblicazione di Jorge Luis Borges, Karen Blixen, Edward Morgan Forster e de “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (romanzo che aveva la stessa visione liricamente disillusa della storia che si incontra nelle opere di Bassani), oltre che dell’allora controverso “Il dottor Zivago” di Boris Pasternak. Raggiunse il grande successo editoriale e di pubblico nel 1962, con “Il giardino dei Finzi Contini”, romanzo di formazione scritto all'Hotel Le Najadi di Santa Marinella, lontano cioè dalla sua Ferrara. L'opera rappresenta la più completa espressione del suo mondo, dal piano formale e stilistico all'esperienza morale, intellettuale e politica. Bassani, partendo dalla sua esperienza personale, racconta sul filo della memoria la realtà della ricca borghesia ebraica a Ferrara durante il fascismo, modificando nomi e luoghi ma mantenendo inalterato il clima che si viveva nella città estense in quel periodo. Nel 1970, il romanzo riceverà anche un’illustre trasposizione cinematografica per opera di De Sica, dalla quale però Bassani vorrà sempre prendere le distanze, al punto da pretendere e ottenere di togliere il suo nome dai titoli di coda). Le opere successive dello scrittore, sviluppate tutte intorno al grande tema geografico-sentimentale di Ferrara, sono “Dietro la porta” (1964), “L’Airone” (1968), “L’odore del fieno” (1973): insieme con il romanzo breve “Gli occhiali d’oro” (del 1958, incentrato sul tema dell'omosessualità quale motivo di emarginazione),  nel 1974 furono riunite in un unico volume dal titolo “Il romanzo di Ferrara”. Fu vicepresidente della Rai, fondatore e poi presidente di Italia Nostra (l’associazione creata in difesa del patrimonio artistico e naturale del Paese) dal 1965 al 1980, e nel 1966 anche presidente della giuria della Mostra del Cinema di Venezia. Fu in quel periodo che acquistò una casa a Maratea, trascorrendovi le estati e rimanendovi legato per anni. Molte delle sue poesie raccolte in “Epitaffio” (1974) e “In gran segreto” (1978) prendono spunto da Maratea e dall’entroterra lucano e sono ispirate da Anne-Marie Stelhein, americana che viveva a Parigi, con cui Bassani aveva avuto una relazione. È del 1974 “Il romanzo di Ferrara”, che ne raccoglie l’intera opera narrativa, mentre nel 1982 tutte le sue poesie vengono raccolte in un unico volume, con il titolo “In rima e senza”. Nel 1978 incontrò Portia Prebys, l’americana con la quale visse dal 1991 al 2000, anno in cui si spense a Roma, segnato dalla lunga lotta con la broncopolmonite e dai dolorosi contrasti all’interno della sua famiglia. Per sua esplicita volontà testamentaria, è sepolto a Ferrara, nel cimitero ebraico di Via delle Vigne, a ridosso di quelle mura di cui egli stesso, come presidente di Italia Nostra, promosse il restauro.  Qui, il comune di Ferrara ha voluto ricordarlo con un monumento, frutto della collaborazione fra l'architetto Piero Sartogo e lo scultore Arnaldo Pomodoro. Sempre a Ferrara gli è stata intitolata la Biblioteca Comunale del Barco ed il grande parco urbano a nord della città, oggi Parco Giorgio Bassani, «che insieme con il museo Shoah, costituisce un monumentale esempio europeo di come si possa collegare il passato con il futuro, una ferita della storia con la bellezza leggera di un giardino pubblico».

 

Sito web: https://www.fondazionegiorgiobassani.it/

Opere - Narrativa

  • Una città di pianura, come Giacomo Marchi, 1940

  • La passeggiata prima di cena, 1953

  • Gli ultimi anni di Clelia Trotti, 1955, premio Veillon

  • Ciclo de Il romanzo di Ferrara: Cinque storie ferraresi, 1956, premio Strega; Gli occhiali d'oro, 1958; Il giardino dei Finzi-Contini, 1962, premio Viareggio; Dietro la porta, 1964; L'airone, 1968, premio Campiello; L'odore del fieno, 1972

  • Le storie ferraresi, 1960 (contiene: Il muro di cinta; Lida Mantovani; La passeggiata prima di cena; Una lapide in via Mazzini; Gli ultimi anni di Clelia Trotti; Una notte del '43; Gli occhiali d'oro; In esilio)

  • Venedig. Stadt auf 118 Inseln (DE), con Mario Soldati e Gianni Berengo Gardin, 1965

  • Due novelle, 1965

  • Di là dal cuore, 1984

  • Il tempo della guerra. Quaderni inediti 1941-1944, 2006

  • I promessi sposi. Un esperimento, 2007

  • Racconti, diari, cronache (1935-1956), 2014

Opere - Saggistica

  • Le parole preparate. Considerazioni sul tema di Venezia nella letteratura, 1965

  • Le parole preparate e altri scritti di letteratura, 1966

  • Dentro il romanzo, 1984

  • Italia da salvare. Gli anni della Presidenza di Italia Nostra (1965-1980), 2018

Opere - Poesia

  • Storia dei poveri amanti (e altri versi), 1945

  • Te lucis ante. 1946-47, 1947

  • Un'altra libertà, 1951

  • L'alba ai vetri. Poesie 1942-'50, 1963

  • Epitaffio, 1974

  • In gran segreto, 1978

  • In rima e senza, 1982

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