Letto da noi
IN NOME DELLA MADRE
Erri De Luca rilegge la storia di Maria in una chiave che ne privilegia la dimensione femminile, restituendo la dogmatica vicenda dell'immacolata concezione e della natività dal punto di vista della madre, cui affida la la voce narrante del libro. Un racconto delicato e ricco di passaggi profondamente poetici, che in poche pagine descrive la forza e la difficile accettazione di un destino che Maria, da madre, sente implacabile, un destino al quale non può opporsi ma solo chiedere che avvenga il più tardi possibile. Aldilà di ogni possibile credo, questa storia racconta il coraggio di una donna e del suo uomo, il coraggio che viene loro dall’amore. L'amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt'altro. L’amore di Maria per il figlio, cui parla per tutto il tempo in cui lo tiene in grembo, tessendo con lui un legame unico e assoluto. Particolarità: il libro adotta i nomi ebraici dei protagonisti (Maria/Miriàm, Giuseppe/Iosef, Gesù/Ieshu, Dio/Adonai), una scelta conforme all’approccio rigoroso, quasi da storico, oltre che da linguista, dello scrittore.
Incipit:
“Glielo dissi il giorno stesso. Non potevo stare una notte con il segreto. Non trascorrerà il giorno intero sulla rottura della tua alleanza. Eravamo fidanzati. Nella nostra legge è come essere sposati, anche se non ancora nella stessa casa. Ed ecco che ero incinta.
Il mio Josef, bello e compatto da baciarsi le dita, si stringeva le braccia contro il corpo, cercava di tenersi fermo, ripiegato con il mal di pancia.
La notizia per lui era come una tromba d’aria che scoperchiava il tetto. Accusava il colpo nel ventre laddove io sentivo una spinta dal basso verso l’alto da aver voglia di mettermi a saltare. “Cos’altro ti ha detto?”, mi chiedeva a prova che gli uomini danno così tanta importanza alle parole. Per loro sembra che siano l’unica cosa che ha valore, ciò che conta. Il mio Iosef chiedeva altre parole per difendermi dal villaggio e dalla legge dei padri che prevedeva nel mio caso il ripudio e la lapidazione, causa l’adulterio."
ERRI DE LUCA (Napoli, 20 maggio 1950)
Enrico De Luca, detto Erri, è un giornalista, scrittore e poeta italiano. Nato a Napoli nel 1950, a soli 18 anni si trasferisce a Roma, dove entra nel movimento politico Lotta Continua (una delle maggiori formazioni extraparlamentari di orientamento comunista rivoluzionario), rimanendone attivo militante fino ai 30 anni. In seguito viaggia molto, sia in Italia che all'estero, svolgendo per vivere molti mestieri manuali tra i quali l’operaio, il camionista, il magazziniere, il muratore. Come autodidatta approfondisce lo studio di diverse lingue, tra cui il russo, lo swahili, lo yiddish e l'ebraico antico, dal quale traduce alcuni testi della Bibbia. Lo scopo delle traduzioni di De Luca, che lui stesso chiama "traduzioni di servizio" - apprezzate anche dai più eminenti specialisti del settore - non è quello di fornire un testo biblico in lingua accessibile oppure elegante, bensì di riprodurlo nella lingua più simile e aderente all'originale ebraico. Tra le opere più importanti (tradotte in oltre 30 lingue ) ricordiamo “Non ora, non qui” (il primo romanzo, pubblicato alla soglia dei quarant’anni, nel 1989), “Aceto, arcobaleno” (per il quale ha ricevuto il premio France Culture), “Alzaia”, “Tu, mio”, “Tre cavalli” (premio Laure Bataillon), “Montedidio”, “In nome della madre”, “Il peso della farfalla”. Ha pubblicato articoli ed editoriali su varii quotidiani, tra cui “La Repubblica”, “Il Corriere della Sera”, “Il Manifesto”, “L’Avvenire”. Ha scritto anche articoli sulla montagna, sua grande passione sportiva, che condivide, insieme a quella letteraria, con l’amico e coetaneo Mauro Corona. Nel 2002 ha preso parte a una spedizione sull’Himalaya, e da quell’avventura ha tratto il libro “Sulla traccia di Nives”. In anni recenti si è schierato apertamente contro la realizzazione della linea ferroviaria TAV in Val di Susa. Per aver incitato al sabotaggio è stato rinviato a giudizio con l’accusa di istigazione a delinquere. Il processo iniziato il 28 gennaio 2015 si è concluso dopo cinque udienze il 19 ottobre 2015 con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Al riguardo, nel pamphlet “La parola contraria” (ed. Feltrinelli), ha rivendicato la propria posizione e le dichiarazioni rilasciate ai media. Vive nella campagna romana dove ha piantato e continua a piantare alberi.
Per la bibliografia dell'autore, vista la copiosità della sua produzione letteraria, rimandiamo al sito:
http://fondazionerrideluca.com/bibliografia/