top of page

Letto da noi

Ancora 1
Addioallearmi.jpg

ADDIO ALLE ARMI                                                                           

"Addio alle armi" è il romanzo che ha dato fama e ricchezza a Ernest Hemingway, anche grazie alla trasposizione cinematografica firmata nel 1932 da Frank Borzage (cui diverse altre sono seguite negli anni).

Il libro fu scritto tra l’inverno del 1928 e la primavera del 1929 - periodo nel quale il giovane scrittore ebbe un figlio e perse il padre suicida - e, curiosamente, uscì il giorno esatto del “crollo” di Wall Street. Per il contenuto ritenuto lesivo dell'onore delle Forze Armate, la dittatura fascista vietò la pubblicazione del romanzo, che quindi in Italia uscì solo nel 1948, quasi vent'anni dopo la prima pubblicazione, anche se nel 1943 già ne circolava una tiratura clandestina per la quale la traduttrice Fernanda Pivano venne arrestata a Torino.

Sullo sfondo della Grande Guerra, Hemingway innesta con gusto cinematografico robuste dosi di melodramma, intrecciando la storia di amore e morte di Frederic Henry, il protagonista del romanzo, e dell’infermiera inglese Catherine Barkley alla cronaca storica: le battaglie, la disfatta di Caporetto, la diserzione, la fuga.

Hemingway, in questo come in altri suoi romanzi, fonde in sé la figura dello scrittore con quella del reporter, unendo nella sua scrittura la ricerca estetica-letteraria a quella documentaria. Nella prefazione confessa di non essere mai stato contento come quando scriveva “Addio alle armi”, nonostante la storia fosse straziante e drammatica: «Il fatto che il libro fosse tragico non mi rendeva infelice perché ero convinto che la vita è una tragedia e sapevo che può avere soltanto una fine. Ma accorgersi che si era capaci di inventare qualcosa, di creare con abbastanza verità da esser contenti di leggere ciò che si era creato […]. Oltre a questo nulla importava». Vi si ritrova la tipica fissazione dello scrittore che antepone la sua opera alla sua vita, la grandezza del libro al suo personale stato d’animo. Ma c’è anche l’urgenza di lasciare una testimonianza dell’esperienza, realmente vissuta, della guerra. Il tentativo di restituire alla memoria ed alla posterità tutte le comparse della Storia, gli uomini veri e concreti che hanno perso la vita senza sapere perché, senza sapere se era giusto, senza credere nella guerra. La sua è una malinconica dichiarazione d’amore per la vita, che pure sa essere tragica, e di amore e compassione per la gente che combatte, pur sapendo che la guerra è un’inutile, ingiusta carneficina e che, anche in tale contesto disumano, riesce a preservare la sua umanità. Se a qualcosa serve la guerra è a unire le persone nella consapevolezza della sorte comune, anche se sorte crudele, a cementare i rapporti, a renderci solidali gli uni con gli altri, a ricondurre ogni cosa alla sua essenzialità. «Pensavo solo a come sembrano piccoli gli ostacoli che una volta erano così grandi», dice in un passaggio Catherine al protagonista. Il tema centrale del romanzo risulta quindi essere l’impotenza dell’uomo davanti alla precarietà dell’esistenza, rappresentata attraverso la dicotomia amore-morte: l’unica cosa per cui vale la pena vivere e battersi sono gli attimi di serenità che la vita stessa, di tanto in tanto, elargisce.

 

Incipit:

"Sul finire dell'estate di quell'anno eravamo in una casa in un villaggio che di là del fiume e della pianura guardava le montagne. Nel letto del fiume c'erano sassi e ciottoli, asciutti e bianchi sotto il sole, e l'acqua era limpida e guizzante e azzurra nei canali. Davanti alla casa passavano truppe e scendevano lungo la strada e la polvere che sollevavano copriva le foglie degli alberi. Anche i tronchi degli alberi erano polverosi e le foglie caddero presto quell'anno e si vedevano le truppe marciare lungo la strada e la polvere che si sollevava e le foglie che, mosse dal vento, cadevano e i soldati che marciavano e poi la strada nuda e bianca se non per le foglie."

Hemingway.jpg

ERNEST HEMINGWAY (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) 

Ernest Hemingway è uno degli scrittori simbolo del Novecento. Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall'essenzialità e asciuttezza del linguaggio, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall'indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare "grazia" in situazioni di disagio.

Dopo essersi diplomato, rinuncia all’università per diventare cronista allo «Star» di Kansas City. Nel 1918, non potendo, a causa di un difetto all'occhio sinistro, arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti appena scesi in guerra, diventa autista di autoambulanze della Croce Rossa Americana e viene spedito in Italia sul fronte del Piave, dove sarà ferito gravemente dal fuoco di un mortaio. L’incontro diretto con la morte segna la sua vita: da allora, per esorcizzarla, cercherà spesso il confronto con la violenza e con il rischio, sviluppando un’attrazione per le emozioni forti che sarà il suo segno distintivo sia come uomo sia come scrittore. Dopo essere stato decorato al valor militare, nel 1919 torna a casa, dove inizia a dedicarsi alla stesura di alcuni racconti, che saranno però del tutto ignorati dagli editori e dall'ambiente culturale.

Scacciato di casa dalla madre con l'accusa d'essere uno scapestrato, si trasferisce a Chicago dove scrive articoli per il «Toronto Star» e «Star Weekly». Nel 1920, si sposa con Elizabeth Hadley Richardson, di sei anni più grande di lui, con la quale si trasferisce a Parigi. Qui, entra a far parte della comunità di espatriati americani conosciuta come "la Generazione perduta" e conosce tra gli altri Gertrude Stein, Ezra Pound, Fitzgerald. Lo straordinario e avanguardistico ambiente culturale parigino lo influenza enormemente, spingendolo ad una riflessione sul linguaggio ed  indicandogli la via dell'antiaccademismo. Intanto, nel 1923 nasce il primo figlio e viene pubblicato il suo primo libro, "Tre racconti e dieci poesie", seguito l'anno dopo da "Nel nostro tempo". Nel 1926 escono "Torrenti di primavera" e "Fiesta", che hanno grande successo di pubblico e di critica e l’anno dopo il volume di racconti "Uomini senza donne".

Nel 1927 divorzia dalla prima moglie e l'anno successivo sposa Pauline Pfeiffer, ex redattrice di moda di "Vogue". I due fanno ritorno in America, mettono su casa a Key West, in Florida, e danno alla luce il secondo figlio di Ernest. Nello stesso periodo lo scrittore porta a termine la stesura di "Addio alle armi", salutato con entusiasmo dalla critica e gratificato anche da un notevole successo commerciale. Nel 1928, la vita di Hemingway viene sconvolta dal suicidio del padre. La vita avventurosa e turbolenta, il fisico prestante, il carattere da attaccabrighe contribuiscono a farne un personaggio popolare a livello internazionale. Poco più che trentenne, è bello, duro e scontroso ed è già considerato un patriarca della letteratura, tanto che cominciano a chiamarlo "Papa".

Nel 1932 pubblica "Morte nel pomeriggio", un grosso volume tra saggio e romanzo dedicato al mondo della corrida. L'anno dopo è la volta dei racconti riuniti sotto il titolo "Chi vince non prende nulla". Nel 1935 esce "Verdi colline d'Africa", romanzo senza trama, con personaggi reali e lo scrittore protagonista. Nel 1937 pubblica "Avere e non avere", il suo unico romanzo d'ambientazione americana, che racconta la storia di un uomo solitario e senza scrupoli che resta vittima di una società corrotta e dominata dal denaro.

Durante la Guerra Civile si reca in Spagna, da dove manda reportage da cui risultano evidenti la sua ostilità verso Franco e la sua adesione al Fronte Popolare.

La raccolta "I quarantanove racconti", pubblicata nel 1938, che include "Breve la vita felice di Francis Macomber" e "Le nevi del Chilimangiaro", ispirati al safari africano, resta tra le opere più straordinarie dello scrittore, perfetto esempio di quell’oggettività, di quella tersa economia che fanno del suo linguaggio narrativo uno dei grandi modelli della prosa novecentesca.

A Madrid incontra la giornalista e scrittrice Martha Gellhorn, che sposa nel 1940 dopo aver divorziato da Pauline e con cui si stabilisce a Cuba. Alla fine dell'anno esce "Per chi suona la campana" sulla guerra civile spagnola ed è un successo travolgente. La storia di Robert Jordan, l'"inglès" che va ad aiutare i partigiani antifranchisti, e che s'innamora della bellissima Maria, conquista il pubblico e si aggiudica il titolo di Libro dell'anno. La giovane Maria e Pilar, la donna del capo partigiano, sono i due personaggi femminili più riusciti di tutta l'opera di Hemingway.

Nel 1941 va con la moglie in Estremo Oriente, dove saranno corrispondenti della guerra cino-giapponese. Quando gli Stati Uniti scendono in campo nella Seconda Guerra Mondiale, lo scrittore vuole partecipare a modo suo e ottiene che la sua imbarcazione che aveva battezzato "Pilar" diventi ufficialmente una nave-civetta in servizio di pattugliamento anti-sommergibili nazisti al largo delle coste cubane. Si getta in guerra con tale impegno da costituire una sua sezione del servizio segreto e una unità partigiana con la quale partecipa alla liberazione di Parigi, finendo dapprima nei guai per aver violato la condizione di non combattente, ma alla fine decorato con la 'Bronze Star'.

Nel 1945 divorzia da Martha e nel 1946 contrae il suo quarto ed ultimo matrimonio con Mary Welsh, attraente giornalista del "Daily Express". Due anni più tardi trascorre parecchio tempo in Italia, a Venezia, dove stringe un'amicizia dolce e paterna, appena sfiorata da un erotismo autunnale, con la diciannovenne Adriana Ivancich. La giovane e lui stesso sono i protagonisti del romanzo "Di là dal fiume e tra gli alberi", che esce nel 1950, accolto tiepidamente. Si rifà due anni dopo con "Il vecchio e il mare", un romanzo breve che commuove la gente e convince la critica, raccontando la storia di un povero pescatore cubano che cattura un grosso marlin e cerca di salvare la sua preda dall'assalto dei pescecani. "Il vecchio e il mare", pubblicato in anteprima su un numero unico della rivista Life, vende cinque milioni di copie in 48 ore e gli fa aggiudicare il Premio Pulitzer per la narrativa nel 1953.

Nello stesso anno, resta coinvolto con la moglie Mary in due incidenti aerei, in Africa, nel secondo dei quali lo scrittore si ferisce gravemente, riportando tra i vari traumi anche la perdita della vista all'occhio sinistro, la perdita dell'udito all'orecchio sinistro e ustioni di primo grado alla faccia e alla testa. Ancora fortemente provato, nel 1954 deve rinunciare ad andare a Stoccolma per ricevere di persona il Premio Nobel per la letteratura che gli è stato conferito, e per diversi anni soffrirà di un crollo fisico e nervoso.

Nel 1960 lavora a uno studio sulla corrida, parte del quale esce su “Life”. Nel 1961 compra una villa a Ketchum, nell’Idaho, dove si trasferisce non sentendosi più tranquillo a vivere a Cuba dopo la presa di potere di Fidel Castro, che peraltro apprezza.

Debole, invecchiato, profondamente depresso perché pensa che non riuscirà più a scrivere, la mattina di domenica 2 luglio del 1961 si alza di buon'ora, prende il suo fucile, va nell'anticamera sul davanti della casa, appoggia la doppia canna alla fronte e si spara. Dopo tre giorni, celebrate le onoranze funebri alla presenza dei tre figli e di pochi intimi amici, il suo corpo viene sepolto nel cimitero di Ketchum.

Tra i romanzi pubblicati postumi: “Festa mobile”, un libro di ricordi degli anni parigini (uscito nel 1964), "Isole nella corrente", dolente storia di Thomas Hudson, celebre pittore americano, che perde i tre figli, due in un incidente automobilistico e uno in guerra (uscito nel 1970), e “Il giardino dell’Eden” (uscito nel 1986).

 

Opere (in italiano):

  • Il ritorno del soldato Krebs, Monaca e Messicani, Vita felice di Francis Macomber, per poco, in America

  • L'invincibile (cinque racconti)

  • E il sole sorge ancora (noto anche con il titolo "Fiesta")

  • Addio alle armi

  • Per chi suona la campana

  • La quinta colonna

  • Verdi colline d'Africa

  • Uomini senza donne

  • Chi ha e chi non ha

  • Morte nel pomeriggio

  • I quarantanove racconti

  • Torrenti di primavera

  • Il vecchio e il mare

  • Di là dal fiume e tra gli alberi

  • Lettere 1917-1961

  • Festa mobile

  • Ventuno racconti (parte I e II)

  • Il giardino dell'Eden

bottom of page