Letto da noi
LESSICO FAMIGLIARE
Premio Strega 1963, "Lessico famigliare" è un romanzo autobiografico, nel quale lo sguardo della Ginzburg rimane con discrezione a una certa distanza, rendendo la visione prospettica della bambina che osserva il mondo degli adulti: tale capacità di guardare il centro come se stesse ai margini, pur essendovi in realtà immersa, è il primo dei tratti distintivi del suo stile. Il libro è la cronaca ironico-affettuosa - attraverso la narrazione di abitudini, comportamenti, frequentazioni e della comunicazione linguistica (da cui deriva il titolo) - della famiglia Levi dagli anni '30 ai primi anni '50. Figure ed eventi si avvicendano senza ordine gerarchico e si presentano da sé, vivono attraverso i loro gesti e le loro parole: le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. In questo libro si affrontano anche tutti i conflitti e le vicende della famiglia Levi. Molta attenzione viene dedicata alle figure della madre e dei fratelli, soprattutto durante il fascismo.
Incipit:
"Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: - Non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: - Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! Non fate potacci!
Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire.
Diceva: – Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi!
E diceva: – Voialtri che fate tanti sbrodeghezzi, se foste a una table d'hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via.
Aveva, dell'Inghilterra, la più alta stima. Trovava che era, nel mondo, il più grande esempio di civiltà."
NATALIA GINZBURG (Palermo, 14 luglio 1916 – Roma, 7 ottobre 1991)
Natalia, nata Levi il 14 luglio del 1916 a Palermo, è stata una scrittrice italiana e figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento.
La casa torinese, dove abitavano i Levi, viveva in un rapporto osmotico con quanto di meglio potesse nascere e passare per la città, ed era aperta alle visite dei più importanti rappresentanti della cultura e della politica italiana degli anni ‘30 e ‘40. Giuseppe Levi, il padre, era un illustre biologo triestino di origine ebraica e maestro di Rita Levi Montalcini; la madre, Lidia Tanzi, era sorella di Drusilla (“la mosca” di Montale) e amica di Filippo Turati e Anna Kuliscioff; i fratelli Gino, Mario e Alberto sono stati parte del nucleo più forte della resistenza antifascista torinese; la sorella Paola è stata moglie di Adriano Olivetti e amante di Carlo Levi. Nel 1938, Natalia ha sposato Leone Ginzburg, conosciuto grazie ai fratelli. Dopo il matrimonio ha collaborato alla “costruzione” di altre due “case”, anch’esse frequentate dalle personalità più importanti per la cultura del nostro Paese: l’Einaudi, dove ha lavorato per lungo tempo dopo la guerra e la morte del marito, insieme a Pavese, Balbo e Calvino, e la propria casa, con i figli Carlo, Andrea e Alessandra. Nel 1950 ha sposato in seconde nozze lo scrittore Gabriele Baldini.
I suoi libri di narrativa ("La strada che va in città", 1942; "È stato così", 1947; "Tutti i nostri ieri", 1952; "Valentino", 1957, premio Viareggio; "Le voci della sera", 1961; "Caro Michele", 1973; "La città e la casa", 1984), di memorie ("Lessico famigliare", 1963, premio Strega), di saggi ("Le piccole virtù", 1962; "Mai devi domandarmi", 1970; "Vita immaginaria", 1974; "La famiglia Manzoni", 1983) sono caratterizzati da una scrittura nitida e sommessa e da un sottile impasto tonale che va dall’ironia alla saggezza, adatto a cogliere i piccoli gesti esemplari della vita quotidiana. Più direttamente impegnato il testo "Serena Cruz o la vera giustizia", 1990, pamphlet sul problema dell’adozione. Nel suo teatro (raccolto nei volumi "Ti ho sposato per allegria e altre commedie", 1967, e "Paese di mare", 1973; cui sono seguiti "La poltrona", 1985, e "L’interventista", 1988) i temi e le propensioni stilistiche della Ginzburg tornano in un gioco dialogico di precisa e quasi astratta eleganza.
Nel 1983 viene eletta in Parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano, come indipendente, dove si impegna, animata da grande senso di giustizia e passione in cause umanitarie importanti. E’ morta nell'ottobre del 1991, nella sua casa romana.
Opere:
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La strada che va in città [come Alessandra Tornimparte] (1942)
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La strada che va in città e altri racconti (1945)
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È stato così (1947)
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Tutti i nostri ieri (1952)
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Valentino (1957)
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Sagittario (1957)
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Le voci della sera (1961)
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Lessico famigliare (1963)
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Cinque romanzi brevi [contiene: La strada che va in città; È stato così; Valentino; Sagittario; Le voci della sera] (1964)
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Caro Michele (1973)
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Famiglia (1977)
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La famiglia Manzoni (1983)
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La città e la casa (1984)