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CAVALLI SELVAGGI (“ALL THE PRETTY HORSES”)

“Cavalli selvaggi”, primo libro della “Trilogia della frontiera”, è stato pubblicato nel maggio 1992. Quella dell’editore Guida di Napoli del 1993 è la prima vera edizione italiana del romanzo, che poi fu ristampata da Einaudi nel 1996.

Il romanzo si svolge nel 1949 nella zona di confine fra il Texas rurale e il Messico ed è diviso in quattro parti.

Parte I. John Grady Cole, poco più che sedicenne, alla morte del nonno lascia la fattoria di famiglia ormai messa in vendita perché in rovina e, insieme all'amico e coetaneo Lacey Rawlins, cavalca oltre il confine alla ricerca di lavoro come cowboys in Messico e di una vita libera e a contatto con la natura, e con i cavalli. I guai iniziano presto, con l'incontro con Blevins, un ragazzino ancora più giovane di loro, per colpa del quale si trovano a fuggire, creduti complici del furto del cavallo di Blevins.

Parte II. Tornati soli, arrivano in una grande e florida fattoria (la mesa La Purissima), dove vengono ingaggiati come mandriani. Insieme al lavoro, Grady vi trova anche un amore impossibile, per Alejandra, la giovane figlia del tenutario, e con esso altri guai, che portano lui e Rawlins in carcere.

Parte III. Nel carcere ritrovano Blevins e scoprono che oltre che di furto è anche condannato per omicidio. Il ragazzino viene giustiziato e loro dovranno lottare giornalmente per difendersi dagli attacchi violenti degli altri prigionieri. Avranno salva la vita solo grazie all'intervento della zia di Alejandra.

Parte IV. Rawlins decide di averne avuto abbastanza e torna a casa. Invece John intraprende un viaggio a ritroso verso La Purissima, con l'obiettivo di riprendersi Alejandra, i cavalli e ottenere giustizia. Scoprirà che il prezzo della loro liberazione era la rinuncia di Alejandra al loro amore. Rischiando ancora la vita, riesce a tornare in Texas con i tre cavalli, finendo il viaggio là dove era iniziato. Ma lui non è più lo stesso e quello non è più il "suo posto", se mai c'è ne sia uno.

Il romanzo è mesto, cupo, il ritmo è volutamente rallentato e i dialoghi laconici, nello stile unico e geniale di McCarthy. Descrive un viaggio circolare, intrapreso dai protagonisti con l'ingenuità de loro sedici anni e terminato con l'amarezza della disillusione, la presa di coscienza rispetto alla vera natura del mondo e degli uomini. Eppure, per quanto gli avvenimenti e i destini non possano sottrarsi alla legge del più forte e ai capricci del caso, con la perdita dell'innocenza non viene meno ai protagonisti la forza data dall'amicizia e dalla ricerca della giustizia e della bellezza, che coincide con il vivere in sintonia con la natura. E in sintonia con i cavalli, esseri perfetti e leali, come il più puro e sincero amico.

Nel 2000, “Cavalli selvaggi” è stato trasposto nel film Passione ribelle ad opera di Billy Bob Thornton, con l'interpretazione di John Grady affidata a Matt Damon, quella di Lacey Rawlins a Henry Thomas, e Alexandra a Penelope Cruz.

 

Incipit:

“La fiamma della candela e la sua immagine riflessa nello specchio si contorsero e si raddrizzarono quando entrò nell’ingresso e di nuovo quando chiuse la porta. Si tolse il cappello, avanzò lentamente facendo scricchiolare il pavimento di legno sotto gli stivali e rimase in piedi, vestito di nero, davanti allo specchio scuro nel quale i pallidi gigli si protendevano dall’esile vaso di cristallo. Nel freddo corridoio alle sue spalle, alle pareti rivestite di legno erano appesi i ritratti, incorniciati sotto vetro e fiocamente illuminati, di alcuni avi che conosceva solo vagamente. Abbassò lo sguardo sul mozzicone di una candela gocciolante, lasciò l’impronta del pollice nella cera tiepida colata sul ripiano di quercia e guardò quel viso smunto affondato fra le pieghe del raso funebre, i baffi ingialliti e le palpebre sottili come carta. No, non era sonno. Non era affatto sonno. Fuori faceva buio e freddo e non tirava un alito di vento. In lontananza un vitello muggì lamentosamente. Lui rimase in piedi col cappello in mano. Da vivo non ti pettinavi mai così, mormorò.”

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CORMAC McCARTHY (Providence, Rhode Island, 20 luglio 1933 - 13 giugno 2023)

Cormac McCarthy, apprezzato tanto dal pubblico quanto dalla critica, è da molti considerato uno dei più grandi scrittori americani contemporanei.

È nato nel 1933 nel Rhode Island in una famiglia cattolica irlandese, terzo di sei figli. Nel 1937 si trasferisce con la famiglia in Tennessee, dove inizierà a frequentare l'Università per abbandonarla dopo solo 2 anni per entrare in aeronautica. Lasciata l'Air Force dopo quattro anni, riprende gli studi, che comunque non porterà mai a termine.

Ha cominciato la sua carriera letteraria nel 1965, a 32 anni, pubblicando il suo primo romanzo, "Il guardiano del frutteto", scritto mentre lavorava come meccanico, e che si aggiudica il premio Faulkner per l’opera prima. Raggiunge la popolarità nel 1985 con "Meridiano di sangue", considerato uno dei libri più violenti che siano mai stati scritti. Dal 1992 al 1998 ha lavorato alla cosiddetta Trilogia della frontiera, composta dai romanzi "Cavalli selvaggi", "Oltre il confine" e "Città della pianura". Da “Non è un paese per vecchi” (2005) è stato tratto il film omonimo firmato dai fratelli Coen, vincitore di 4 Premi Oscar. Con "La strada", che nonostante l’ambientazione catastrofica in un mondo post-apocalittico è il più “a lieto fine” dei suoi romanzi, ha vinto nel 2007 il Premio Pulitzer per la narrativa.

I suoi libri, molti dei quali sono stati bestseller e adattati con successo per il grande schermo, sono caratterizzati da atmosfere cupe, poco confortevoli, storie che «si occupano delle questioni di vita e di morte», con un alto tasso di violenza, storie sgangherate di individui al limite, se non oltre, personaggi che sono veri e propri outsider, aggettivo che il New York Times ha scelto per descrivere lo stesso McCarthy. L'autore, infatti, non faceva presentazioni dei propri romanzi, non scriveva per i giornali, non aveva rapporti con altri scrittori e non si faceva intervistare, salvo rare eccezioni.

Tra gli autori da cui sentiva di essere stato influenzato ha citato Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj, William Faulkner, James Joyce e Herman Melville (Moby Dick era il suo libro preferito), «scrittori che hanno fegato».

McCarthy si è spento il 13 giugno 2023, all'età di 89 anni, nella sua appartata residenza di Santa Fè, nel New Messico. Gli ultimi due romanzi cui ha lavorato per anni sono “Il passeggero” e “Stella Maris”, gli unici che hanno una donna tra i personaggi principali. A tal proposito, disse che era da cinquant’anni che progettava di scrivere di una donna: «Non sarò mai abbastanza competente per farlo, ma a un certo punto bisogna provare».

Come per tutti gli scrittori veramente grandi, la visione del mondo di McCarthy passa per una innovazione dello stile. La cifra narrativa di McCarthy è al contempo ricca ed essenziale, capace di far affiorare una nostalgia che non ci si spiega. Un lascito influente per le nuove generazioni di scrittori.

 

Trasposizioni cinematografiche:

  • "Cavalli selvaggi" è stato trasposto nel film "Passione ribelle", regia di Billy Bob Thornton (2000); John Grady è interpretato da Matt Damon, Lacey Rawlins da Henry Thomas, Alexandra da Penelope Cruz.

  • Dal romanzo "Non è un paese per vecchi" è stato tratto il film omonimo (vincitore di 4 Premi Oscar) diretto da Joel e Ethan Coen, interpretato da Tommy Lee Jones, Josh Brolin e Javier Bardem, rispettivamente nei ruoli dello sceriffo Bell, di Moss e di Chigurh.

  • Da "La strada" è stato tratto l'omonimo film "The Road" (2009) diretto da John Hillcoat. Protagonisti della pellicola sono Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee, che interpretano padre e figlio in viaggio verso sud, cercando di sopravvivere in uno scenario postapocalittico.

  • Anche il romanzo del 1968 intitolato "Il buio fuori" è stato trasposto sul grande schermo. Si tratta del film omonimo, "Outer Dark", adattato e diretto da Stephen Imwalle nel 2009.

  • Dall’opera teatrale "Sunset Limited" (messa in scena dal teatro Steppenwolf di Chicago nel 2006, e rappresentata anche in Italia all'Arena del Sole di Bologna nel 2010, è stato realizzato, nel 2011, un film televisivo omonimo, scritto dallo stesso McCarthy e diretto da Tommy Lee Jones.

  • "Il procuratore (The Counselor)" è un film del 2013 diretto da Ridley Scott, basato sulla prima sceneggiatura originale, scritta nel dicembre 2011, da Cormac McCarthy, qui anche produttore.

  • "Child of God", film del 2013 scritto, diretto e interpretato da James Franco, è l'adattamento cinematografico del romanzo "Figlio di Dio" del 1974.

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