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Letto da noi

Ancora 1

LA FATTORIA DEGLI ANIMALI  (ANIMAL FARM)

“La fattoria degli animali” fu concepita da Orwell a partire dal 1937, durante la sua permanenza  in Spagna, e conclusa nel 1943, anche se l'autore riuscì a pubblicare l'opera solo nell'agosto 1945, dopo la fine del conflitto. E’ un romanzo satirico che, come nelle antiche favole di Esopo e Fedro, ha come protagonisti degli animali e può essere letto come un'allegoria di tutte le rivoluzioni che,trasformandosi in regime vengono inevitabilmente tradite. Orwell allude in modo evidente alla rivoluzione russa, ma in generale nel suo bersaglio cadono tutti i regimi totalitari della prima metà del XX secolo, e ogni rivoluzione che, pur partendo da principi e ideologie paritarie, finisce col mettere da parte il benessere collettivo sostituendo al primo padrone uno nuovo, spesso più temibile di quello originario. Il racconto parla di come gli animali di una fattoria, stanchi dello sfruttamento dell'uomo, si ribellino al proprietario della stessa, tentando di creare un nuovo ordine basato su un principio di uguaglianza che molto ricalca il principio marxista «da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni». Ben presto, gli ideali che avevano spinto gli animali a ribellarsi vengono traditi da una nuova classe di burocrati (i maiali guidati da Napoleone), che finiscono per soggiogare i pochi rivoluzionari sinceri e gli animali di carattere più docile. Alla fine tutti gli animali tornano a trovarsi a subire gli stessi maltrattamenti e le stesse privazioni antecedenti la ribellione. Il finale de La Fattoria degli Animali ritrae la cena dei maiali con gli uomini, il suggello del tradimento dei valori della rivoluzione. Impossibile non scorgere il parallelismo con la celebre Conferenza di Teheran in cui Churchill, Stalin e Roosevelt scelsero di appoggiare i partigiani di Tito in Jugoslavia e di smembrare la Germania per evitare il risorgere della sua potenza.

Incipit:

“Il signor Jones, della fattoria padronale, aveva chiuso col lucchetto il pollaio per la notte, ma era troppo ubriaco per ricordarsi di chiudere le finestrelle per le galline. Con il cerchio di luce della lanterna che gli ballava attorno, attraversò barcollando il cortile, si tolse gli stivali calciandoli contro la porta di dietro, si versò un ultimo bicchiere di birra dal barile nel retrocucina e si diresse verso il letto, dove la signora Jones stava già russando.
Appena la luce nella stanza da letto si spense ci fu un'agitazione e un fruscio d'ali in tutti gli alloggi della fattoria. Durante la giornata si era sparsa la voce che il Vecchio Maggiore, il verro Mezzo Bianco vincitore di premi, aveva fatto uno strano sogno la notte precedente e desiderava parlarne agli altri animali. Si era deciso che si sarebbero radunati tutti nel grande granaio appena il signor Jones avesse sgombrato completamente il campo."

Explicit:

«Signori» concluse Napoleon «ripeterò il brindisi di prima, ma in forma diversa.

Riempite fino all'orlo i vostri bicchieri.

Signori, ecco il mio brindisi: alla prosperità della Fattoria Padronale!»

Come prima, vi furono calorosi applausi e i bicchieri vennero vuotati fino al fondo. Ma mentre gli animali di fuori fissavano la scena, sembrò loro che qualcosa di strano stesse accadendo. Che cosa c'era di mutato nei visi dei porci? Gli occhi stanchi di Berta andavano dall'uno all'altro grugno. Alcuni avevano cinque menti, altri quattro, altri tre. Ma che cos'era che sembrava dissolversi e trasformarsi? Poi, finiti gli applausi, la compagnia riprese le carte e continuò la partita interrotta, e gli animali silenziosamente si ritirarono.

Ma non avevano percorso venti metri che si fermarono di botto. Un clamore di voci veniva dalla casa colonica. Si precipitarono indietro e di nuovo spiarono dalla finestra. Sì, era scoppiato un violento litigio. Vi erano grida, colpi vibrati sulla tavola, acuti sguardi di sospetto, proteste furiose. Lo scompiglio pareva esser stato provocato dal fatto che Napoleon e il signor Pilkington avevano ciascuno e simultaneamente giocato un asso di spade.

Dodici voci si alzarono furiose, e tutte erano simili. Non c'era da chiedersi ora che cosa fosse successo al viso dei maiali. Le creature di fuori guardavano dal porco all'uomo, dall'uomo al porco e ancora dal porco all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.

GEORGE ORWELL (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950)

Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, è stato un giornalista, saggista e scrittore britannico. Nato nel Bengala, compì gli studi a Eton. Ritornato in India nel 1922, vi rimase cinque anni al servizio della polizia imperiale indiana in Birmania; questo soggiorno darà lo spunto al suo primo romanzo, “Giorni in Birmania” (1934). Rientrato in Europa, il desiderio di conoscere le condizioni di vita delle classi subalterne lo indusse a umili mestieri nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra, esperienza che narrò in “Senza un soldo a Parigi e a Londra” (1933). Nel libro inchiesta “La strada per Wigan Pier” (1937) descrisse con amaro verismo la vita dei disoccupati. Partecipò alla guerra civile in Spagna, combattendo nell'esercito repubblicano; in “Omaggio alla Catalogna” (1938) emerge una posizione duramente critica nei confronti del partito comunista spagnolo e dell’Unione Sovietica, accusati di aver distrutto la sinistra anarchica favorendo la vittoria dei falangisti. Violentemente contrario ai metodi staliniani, scrisse una satira brillante e dolorosa del comunismo russo in “La fattoria degli animali” (1945). Infine, portando alle estreme conseguenze la sua avversione a ogni tipo di totalitarismo, diede nel suo ultimo romanzo, “1984” (scritto nel 1948), un’immagine avveniristica, tanto terrificante quanto plausibile, della società mondiale. In “1984” descrive una così vivida distopia totalitaria da dar luogo alla nascita dell'aggettivo «orwelliano», oggi ampiamente usato per descrivere meccanismi dittatoriali di controllo del pensiero. Orwell lasciò anche saggi originali su argomenti di critica letteraria e di sociologia.

Romanzi:

  • Senza un soldo a Parigi e Londra (Down and Out in Paris and London, 1933)

  • Giorni in Birmania (Burmese Days, 1934)

  • La figlia del reverendo (A Clergyman's Daughter, 1935)

  • Fiorirà l'aspidistra (Keep the Aspidistra flying, 1936)

  • La strada di Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937)

  • Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938)

  • Una boccata d'aria (Coming Up For Air, 1939)

  • La fattoria degli animali (Animal Farm, 1945)

  • 1984 (Nineteen Eighty-Four, 1948)

  • Una storia da fumoir [incompleto] (A Smoking-Room Story, 1949)

 

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