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Letto da noi

Ancora 1

LA STORIA INFINITA  (DIE UNENDLICHE GESCHICHTE)

“La storia infinita”, che ebbe fortuna per il passaparola dei suoi lettori, ricorda nell'ambientazione i quadri visionari del padre di Michael Ende, ed è un capolavoro complesso e ricchissimo. Racconta di Bastiano Balthazar Bux, un ragazzino goffo, grassoccio e soprattutto solo. In un giorno di pioggia, inseguito dai compagni che si fanno beffe di lui, si rifugia in una vecchia libreria dove trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo, ma l'attrazione per quel libro è tale che Bastiano lo ruba e ci si immerge, scoprendo di non essere solo spettatore delle meravigliose avventure che vi sono narrate, ma anche protagonista. Sarà difatti chiamato, con l’aiuto del giovane guerriero di nome Atreyu, a salvare i destini di Fantàsia e dell’Infanta Imperatrice che lo governa. Il regno dove abitano i personaggi dell'immaginario è infatti destinato a scomparire perché minacciato dall'espansione di una forza misteriosa denominata Nulla.

Il libro è stampato in due colori: la storia del ragazzo che legge è in rosso, mentre la storia in cui egli si addentra è in verde. L'autore ha prestato attenzione particolare alla veste tipografica e, per l'edizione italiana, essendo stati scelti capilettera disegnati da Antonio Basoli, scenografo dell'Ottocento, ha riscritto l'inizio di ogni capitolo.

 

Nota: nel 1984 dal libro fu tratto l’omonimo film di Wolfgang Petersen, che Michael Ende ripudiò: fece causa alla produzione, ottenendo la rimozione del suo nome dai titoli di testa e di coda del film, e devolse i compensi in favore di un ospedale per bambini. L'ira di Ende fu tale da spingerlo a indire una conferenza stampa in cui condannò quel "film rivoltante", spiegando che "i produttori del film semplicemente non hanno capito niente del libro. (...) Loro hanno cambiato l'intero senso della storia. Fantàsia rinasce senza la forza creativa di Bastian. Per me quella era l'essenza del libro". In pratica, la vicenda narrata dal film (fortemente semplificata e in certi passaggi addirittura stravolta rispetto al testo originale) si interrompe al tredicesimo capitolo del romanzo, tralasciandone circa 230 pagine e rimuovendo il lungo, faticoso e doloroso cammino di crescita interiore, di attività creativa (positiva e negativa, dato che la creatività umana può dare origine a qualsiasi cosa, nel bene e nel male) e di accettazione della propria identità psicofisica, necessari a Bastian per far rinascere Fantàsia, maturare come essere umano e capire come "fa' ciò che vuoi" (la frase, assente nel film, scritta sul retro dell'Auryn, il medaglione indossato da Atreyu) significhi raggiungere, comprendere, rispettare e seguire la volontà più profonda del proprio animo interiore.

 

Incipit:

“otairauqitnA ilodnairoC odarroC olraC eralotiT                                                      

Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall'interno del locale in penombra.

Fuori era una fredda, grigia giornata novembrina e pioveva a catinelle. Le gocce di pioggia correvano giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di pioggia dall'altro lato della strada.

D'improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo di campanellini d'ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po' prima che si rimettesse tranquillo.”

MICHAEL ENDE  (Garmisch-Partenkirchen, 12 novembre 1929 – Stoccarda, 28 agosto 1995)

Michael Ende è nato nel 1929 a Garmisch, in Germania, ed è cresciuto a Monaco. Dopo la scuola dell’obbligo ha frequentato la Scuola d’Arte Drammatica e ha lavorato per tre anni come attore, consolidando nel frattempo le proprie abilità come autore di sketch teatrali e canzoni. Il successo però gli è arrivato grazie ai due romanzi per ragazzi scritti in Italia, dove ha vissuto dal 1970 insieme alla moglie, una grande attrice tedesca. Nel 1972 ha reso omaggio al nostro Paese con il romanzo fiabesco "Momo": un'utopia positiva che parla del tempo, ambientata nella campagna romana. Nel 1979, in seguito alla pubblicazione de “La storia infinita”, Ende è diventato per il pubblico una sorta di guru: gli ammiratori stazionavano e dormivano in sacchi a pelo davanti al cancello della Villa del Liocorno. Tra gli altri libri di Ende: “Le avventure di Jim Bottone” (1960) e “La terribile Banda dei tredici pirati” (1962), spensierati e avventurosi,  “Il libro delle poesie” (1969), ironico e divertente, “La notte dei desideri” (1989), dove compare il leggendario Grog. La sua opera omnia è sta insignita, tra l’altro, del Grande Premio dell’Accademia Tedesca per la Letteratura per Bambini e Ragazzi Volkach (1980) e del Premio dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze. (1982). Ende è morto nei pressi di Stoccarda nel 1995.

Opere principali:

  • Le avventure di Jim Bottone (Jim Knopf und Lukas der Lokomotivführer, 1960)

  • La terribile banda dei tredici pirati (Jim Knopf und die Wilde Dreizehn, 1962)

  • Momo (1973)

  • A scuola di magia e altre storie (Die Zauberschule und andere Geschichten, 1977)

  • Il mangiasogni (Norbert Nackendick, 1978)

  • La storia infinita (Die Unendliche Geschichte, 1979)

  • La favola dei saltimbanchi (Das Gauklermärchen 1982)

  • Lo specchio nello specchio (Der Spiegel im Spiegel, 1986)

  • La notte dei desideri, ovvero il satanarchibugiardinfernalcolico Grog di Magog (Der satanarchäolügenialkohöllische Wunschpunsch, 1989)

  • La prigione della libertà (Das Gefägnis der Freiheit, 1992)

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