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Letto da noi

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CIME TEMPESTOSE (WUTHERING HEIGHTS) 

“Cime tempestose” (titolo originale “Wuthering Heights”), l’opera a cui deve la fama Emily Brontë e suo unico romanzo, è una delle pietre miliari della narrativa ottocentesca. 

La storia segue l’infanzia e la vita adulta di Heathcliff, orfano accolto dal facoltoso Mr. Earnshaw, e del legame amoroso, divorante ma impossibile per via delle barriere di classe, tra lui e la figlia del suo benefattore, Catherine. Wuthering Heights è il nome dell’antico maniero della famiglia Earnshaw, che sorge nella solitaria e selvaggia brughiera dello Yorkshire, terra natale della Brontë. Come il vento sferza la collina su cui è posta Wuthering Heights, così le passioni, esasperate e contrapposte, sconvolgono la vita dei personaggi del romanzo. E se l’amore è necessario, l’ossessione, il rancore, l’invidia, la sete di vendetta sono inevitabili. La natura irrompe all’interno del racconto come uno struggente grido lirico, assumendo anch’essa carattere di protagonista: l’ordine naturale delle cose ha il sopravvento sul paesaggio e sugli uomini, che vi si oppongono senza poterle resistere.

Proprio a causa dei contenuti forti e del carattere distruttivo del legame tra i protagonisti, “Cime tempestose” dovette aspettare il Novecento per essere riconosciuto come un capolavoro. “Un compendio di volgare depravazione e orrori innaturali”: così venne recensito dal Graham’s Lady Magazine, rivista femminile vittoriana, alla sua uscita nel 1847, quando venne pubblicato sotto lo pseudonimo di Ellis Bell. Difatti, il romanzo di Emily Brontë non aveva niente in comune con la letteratura vittoriana, non piacque e venne frainteso anche perché non somigliava a niente di già scritto e non poteva essere inserito in un filone letterario preciso (si avvicinava alla letteratura gotica, ma riprendendone non tanto i temi, quanto le atmosfere). Ma tanto è risultato estraneo e disturbante rispetto alle convenzioni - letterarie e morali - del suo tempo, tanto se ne è tramandato fino ai nostri giorni l’apprezzamento popolare e il riconoscimento del fascino eterno della letteratura più alta: letto da milioni di persone in tutto il mondo, ha dato vita anche a infiniti (talvolta banali) adattamenti cinematografici e televisivi, oltre che musical, balletti e persino fumetti.

 

«Un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima, come non saranno mai più scritti dopo. Lo si è voluto paragonare a Re Lear. Ma, veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con uno stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza.»  (Tomasi di Lampedusa)

Incipit:

"Ritorno adesso da una visita al mio padrone di casa: l’unico vicino con il quale avrò a che fare. Magnifico paese, questo. Credo che in tutta l’Inghilterra non avrei potuto trovare un luogo così discosto da ogni rumore mondano. Un vero paradiso del perfetto misantropo: e il signor Heathcliff ed io siamo fatti apposta per dividerci tanta solitudine. Ma che bel tipo, costui! Certo non immaginava quale calore di simpatia sentissi in cuore per lui mentre, avvicinandomi a cavallo, vedevo i suoi occhi neri muoversi, pieni di sospetto, sotto le sopracciglia, e le sue dita sprofondarsi ancor più, con un gesto di risoluta diffidenza, nel panciotto, all’annuncio del mio nome.

-Il signor Heathcliff?- chiesi.

Un cenno del capo fu la sua risposta."

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EMILY BRONTE (Thornton, 30 luglio 1818 – Haworth, 19 dicembre 1848)

Emily nacque nel 1818 a Thornton, nell’Inghilterra del Nord, quinta di sei figli. Nel 1820, la famiglia si trasferì a Haworth, un paesino situato nel cuore delle più belle moors (lande) dello Yorkshire, dove il padre Patrick officiava come ministro della chiesa anglicana. Si ritiene che il cognome originario del padre, di provenienza irlandese, fosse Prunty e che decise di mutarlo in Brontë in onore dell’ammiraglio Nelson di cui era fervente ammiratore e che era stato insignito del titolo di duca di Bronte (in Sicilia) da Ferdinando di Borbone in occasione della repressione della rivoluzione napoletana.

Emily conobbe a malapena la madre, Maria Branwell, che si ammalò e morì quando lei aveva solo tre anni, nel 1821. Le sue figure femminili di riferimento furono la zia materna, Elizabeth Branwell, che si trasferì al Parsonage per aiutare il cognato e accudire i nipoti e Tabhita, la governante che per circa trent’anni servì la famiglia. Nel 1826, il padre tolse Charlotte ed Emily dal Collegio di Cowan Bridge, le cui malsane condizioni igieniche e la troppo rigida disciplina avevano già fatto ammalare e morire di tubercolosi le due sorelle maggiori, e prese a impartire loro le lezioni egli stesso. Ma per la maggior parte del tempo esse vennero lasciate sole con il fratello Branwell. Insieme, passavano il tempo assai felicemente, errando per le selvagge colline circostanti Haworth e scrivendo poesie, commedie e racconti.  Il primo ciclo narrativo dei ragazzi Brontë fu “Young Men”, le cui storie vennero loro ispirate da una scatola di soldatini ricevuta in dono dal padre. Successivamente, i loro racconti popolati di personaggi avventurosi e mondi immaginari confluirono nelle saghe fantastiche “Angria” (di Charlotte e del fratello Branwell) e "Gondal" (di Emily e Anne). Sicuramente "Gondal", pur nella sua forma di ibrido lirico-narrativo, ha rappresentato un banco di prova per quello che nella produzione della Brontë sarà il suo unico romanzo: "Wuthering Heights" ("Cime tempestose"), scritto tra il 1845 e il 1846 e pubblicato nel 1847 con lo pseudonimo Ellis Bell. La Brontë fu anche poetessa: le sue prime poesie fanno parte della raccolta “Poems by Currer, Ellis and Acton Bell”.  

Emily amava talmente la sua casa e la brughiera circostante da non riuscire mai a distaccarsene, se non per brevi soggiorni e ancor più brevi esperienze lavorative. Nel 1838 ottenne un lavoro come insegnante nella scuola di Law Hill, nella quale rimase per poco più di sei mesi, e nel 1842 trascorse alcuni mesi al Pensionnat Héger a Bruxelles con la sorella Charlotte, acquisendovi l’istruzione sistematica dalla quale era sempre fuggita e la capacità di organizzazione del pensiero, oltre ad apprendere il francese e il tedesco e scoprire l’interesse per la musica.. Alla morte della zia, nel novembre 1842, le due sorelle, richiamate nello Yorkshire, scoprirono la cospicua eredità lasciata a tutti i fratelli Brontë; Emily decise, quindi, di non tornare più in Belgio, potendosi dedicare - grazie all’indipendenza economica ottenuta - soltanto alla scrittura, alla sua brughiera e ai suoi animali.

Emily, che aveva contratto la tisi durante la prima giovinezza, dopo il decesso dell’adorato fratello Branwell, minato dall’abuso di alcool e oppio, decise di rifiutare le cure che l’avevano tenuta in vita fino a quel momento e morì il 19 dicembre del 1848, seguita a pochi mesi di distanza dalla sua affezionatissima Anne.

Gli appassionati dell’autrice possono visitare la casa dove è nata, a Thornton, e il Brontë Parsonage Museum, che custodisce la collezione bronteana e si trova a Haworth, nella canonica in cui Emily è vissuta per quasi tutta la sua vita.

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