Letto da noi
ORFANI BIANCHI
Antonio Manzini con questo romanzo accantona il genere giallo. L’ispirazione, come scrive lui stesso, gli venne osservando una situazione personale: “Mia nonna stava morendo, io guardavo Maria che le faceva compagnia e veniva da un paesino della Romania. E mi domandavo: quanto costa rinunciare alla propria famiglia per badare a quella degli altri?”
“Orfani bianchi” è una storia contemporanea, commovente e vera: tra la Moldavia e Roma, due mondi a confronto, un destino duro e crudele, le contraddizioni della società nell'epoca in cui viviamo. Mirta è una giovane, coraggiosa e tenace donna moldava, che lascia il suo Paese per cercare lavoro in Italia e riscattare sé stessa e soprattutto Ilie, il suo bambino, da un destino di miseria e sofferenza. La realtà in cui si ritrova non le risparmierà nuovi sacrifici e umiliazioni. Manzini riesce a dosare il dramma punteggiando il libro delle e-mail piene di amore e di preoccupazione che Mirta manda al figlio Ilie e a chi si prende cura di lui e dando alla narrazione un ritmo da giallo che tiene il lettore sospeso a rincorrere il sogno della protagonista che appena sembra farsi vicino si allontana di nuovo, in un saliscendi di speranza, illusione e, infine, caduta. Ci incolla, non senza retorica, a una storia potente, dove i colpevoli delle “cattive azioni” sono anche vittime, dove la morale è ridefinita nell'ottica della disperazione. “Orfani bianchi” racconta il sentimento, quasi intraducibile, del “dor”, che tutte le badanti conoscono: la brama di quel che s’è abbandonato, lo struggimento per ciò che non si ritroverà più, l’ansia che tanta sofferenza finisca. E porta alla ribalta un dramma, quello degli “orfani bianchi”, appunto: centinaia di migliaia di bambini, figli di donne rumene, moldave, ucraine, che, costrette a partire dalla disoccupazione dilagante e, quasi sempre, dall'assenza degli uomini/padri, spesso violenti, spesso semplicemente fuggiti, devono lasciarli a familiari o conoscenti, anch'essi generalmente indigenti, o ad istituti specie di orfanotrofi.
Sul tema degli orfani bianchi si consiglia la visione di “Figli sospesi”, lo Speciale del TG1, RAI, andato in onda il 14 dicembre 2014:
http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-04564afa-5950-4943-8100-2b90f8dba2b4.html
Incipit:
Perché non mi scrivi, Ilie? Nonna mi ha detto che hai tre voti insufficienti. Dice che stai sempre in giro con Andrea Monteanu e lo sai che a me quello non piace. Tu devi andare a scuola e studiare ogni giorno, non solo quando fanno le interrogazioni o ci sono i compiti in classe. Sempre. E se spendi tutti i soldi per andare in giro con Monteanu, come mi ha detto nonna, non mi piace, anzi, mi fai piangere il cuore. Sai quanto costano quei soldi? Promettimi che non succede più, che obbedisci a nonna Tatiana e che non fai stare in pensiero tua madre. E scrivimi.
Tua madre
ANTONIO MANZINI (Roma, 7 agosto 1964)
Attore, sceneggiatore, regista e scrittori di gialli tra i più in voga nel panorama editoriale italiano. Dopo aver frequentato l’Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, dove è stato allievo di Andrea Camilleri, ha lavorato come attore in teatro, al cinema e in televisione: tra le interpretazioni nelle serie televisive si ricordano quelle in “Linda e il brigadiere” (2000) e “Tutti per Bruno” (2010). Al lavoro come sceneggiatore (nel 2004, “Il siero della vanità” di Alex Incaselli e nel 2008 “Come Dio comanda” di Gabriele Salvatores), ha affiancato anche quello di regista. Ha esordito nella narrativa con un racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l'antologia Crimini. Ai due primi romanzi gialli pubblicati, “Sangue Marcio” del 2005 e “La giostra dei criceti” del 2007, sono seguiti “Pista nera” (2013), “La costola di Adamo” (2014), i primi racconti che hanno come protagonista Rocco Schiavone. Vicequestore della polizia di Roma trasferito in Valle d’Aosta, burbero, manesco e fuori dagli schemi, ma dotato di indiscusso talento investigativo. Il successo di questo personaggio letterario è stato tale che la Rai ha deciso di farne una serie tv, di cui Manzini è co-sceneggiatore, con Schiavone interpretato da Marco Giallini e sua moglie Marina da Isabella Ragonese. Nel 2016, Chiarelettere pubblica “Orfani bianchi”, romanzo con al centro un personaggio femminile di grande forza e bellezza, in lotta contro un destino spietato. L’ultimo libro, pubblicato nel 2019 ancora per Sellerio, è “Ogni riferimento è puramente casuale” che raccoglie sette racconti sull'industria culturale: una critica, polemica e sarcastica, del cinismo e della speculazione che minacciano la libertà dei libri.
Opere:
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Sangue marcio (2005), Fazi editore
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La giostra dei criceti (2007), Einaudi editore
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Pista nera (2013), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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La costola di Adamo (2014), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Sull'orlo del precipizio (2015), Sellerio editore
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Non è stagione (2015), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Era di maggio (2015), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Orfani bianchi (2016), Chiarelettere editore
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7-7-2007 (2016), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Pulvis et umbra (2017), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Fate il vostro gioco (2018), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Rien ne va plus (2019), Sellerio editore [Serie di Rocco Schiavone]
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Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Sellerio editore