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Letto da noi

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FERITO A MORTE

“Ferito a morte" è il secondo romanzo di Raffaele La Capria, pubblicato quando lo scrittore ha trentanove anni, nel 1961, e vincitore nello stesso anno del Premio Strega. Per quanto sia considerato un libro cult da molti critici e scrittori, oltre che popolare, letto e amato da tanti, viene definito «non facile» dal suo stesso autore, che anzi lo ha ricordato sempre con antipatia, come un lavoro non riuscito, l’unico libro che vorrebbe non avere mai scritto.

La storia ruota intorno alla figura del giovane napoletano Massimo De Luca, per molti aspetti trasparente alter ego dell’autore, e ha come palcoscenico Napoli. Si svolge nell’arco di circa undici anni, dall’estate del 1943, quando Massimo incontra Carla Boursier, ragazza di origini francesi contesa da molti, fino all’inizio dell’estate del 1954, quando parte per Roma. Oltre a funzionare superbamente come affresco di un’epoca e di una società, si caratterizza per la padronanza della lingua e il meccanismo narrativo con il quale, attraverso una stratificazione di flashback, rappresenta l'ingorgo psicologico e culturale del protagonista e della sua generazione. Napoli, la città che «ti ferisce a morte o t’addormenta, o tutt’e due le cose insieme» si identifica con l’irraggiungibile Carla, con il mare, con i miti della giovinezza, con un’estate che non smetterà di rifrangersi nella memoria di Massimo per tutte le estati di là da venire.

 

Ha detto l’autore a proposito di “Ferito a morte”: «Ho cercato nelle parole una scrittura di percezione, prima che di pensiero. Il tessuto è fatto di chiacchiere, di gente che parla, parla, spesso anche a sproposito».

 

Incipit:
La spigola, quell’ombra grigia profilata nell’azzurro, avanza verso di lui e pare immobile, sospesa, come una fortezza volante quando la vedevi arrivare ancora silenziosa nel cerchio tranquillo del mattino. L’occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame, la testa corrucciata di una maschera cinese – è vicina, vicinissima, a tiro – La Grande Occasione. L’aletta dell’arpione fa da mirino sulla linea smagliante del fucile, lo sguardo segue un punto tra le branchie e le pinne dorsali. Sta per tirare – sarà più di dieci chili, attento non si può sbagliare! – e la Cosa Temuta si ripete: una pigrizia maledetta che costringe il corpo a disobbedire, la vita che nel momento decisivo ti abbandona. Luccica lì, sul fondo di sabbia, la freccia inutile. La spigola passa lenta, come se lui non ci fosse, quasi potrebbe toccarla, e scompare in una zona d’ombra, nel buio degli scogli. Adesso sta inseguendo la Grande Occasione Mancata. Per lunghi oscuri corridoi sottomarini, ombre come alghe viola, e gelo in tutto il corpo. Man mano che si abitua a quel morto chiarore distingue le poltrone del salotto, il lungo tavolo di legno scuro, il paralume verde, il divano, la macchia di caffè sul cuscino giallo. La spigola dev’essere scomparsa in qualche angolo buio, dietro quel cassettone o nella stanza di là, sotto il letto dove lui ora sta dormendo. Ma non importa più, ormai ci siamo, eccola La Scena. Si ripresenta sempre identica: lo sguardo di Carla che splende come un mattino tutto luce in fondo al mare, e lei così vicina – anche il battito del cuore! – vicina, con l'occhio marino aspettando. E poi offesa? stupita? incredula? prontamente disinvolta comunque, eccola di nuovo seduta sul letto pettinandosi, per sempre lontanissima, che tenta di superare l’imbarazzo. Lui la guarda mentre lei si pettina i capelli raccolti sulla nuca, bionda coda di cavallo oscillante – luminosi come sulla spiaggia nella notte di Capodanno! – lui senza vita e un sorriso umiliato che copre il desiderio di morire. E i ragazzi, t’immagini le facce? le risate? le chiacchiere, se sapessero. Lui, solo, con la Grande Occasione Mancata, e tutti i loro occhi aperti sulla Scena.

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RAFFAELE LA CAPRIA (Napoli, 3 ottobre 1922 – Roma, 26 giugno 2022)

Raffaele La Capria, scrittore, sceneggiatore e traduttore italiano, è una delle voci più significative della letteratura italiana del secondo '900. Nato a Napoli nel 1922, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza nella città natale, compie la sua formazione letteraria viaggiando in Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel 1952 esordisce col romanzo “Un giorno d’impazienza”, al quale seguono “Ferito a morte” (1961) e “Amore e psiche” (1973), trilogia che nel 1982 viene raccolta nel volume “Tre romanzi di una giornata”. La produzione successiva, con l’eccezione di “Fiori giapponesi” (1979) e del romanzo epistolare e autobiografico “L’inchiesta amorosa” (2014), vede quasi sempre come protagonista Napoli, con le sue vicende e la sua cultura, con uno stile a metà strada fra letteratura e saggistica. Il mestiere dello scrittore è invece l’oggetto di “Letteratura e salti mortali” (1990) e de “L’apprendista scrittore” (1996). Nel saggio “America 1957, a sentimental journey”, del 2009, La Capria si concentra sulla società statunitense del dopoguerra, mentre “Un amore al tempo della Dolce Vita (2009) e “La bellezza di Roma (2014)” sono dedicati alla città che lo ha accolto da giovane e dove vive fino alla morte, sopraggiunta nel giugno 2022, all’età di 99 anni.

La Capria è stato sposato con l'attrice Ilaria Occhini, dal 1966 fino alla morte di lei nel 2019, e con lei ha avuto una figlia, Alexandra. Tra i vari riconoscimenti, ha ricevuto il Premio Strega (1961) per “Ferito a morte”, il Premio Campiello alla carriera nel 2001 e, sempre alla carriera, nel 2002 il Premio Chiara, il Premio Viareggio per la narrativa (2005) e nel 2012 il Premio Brancati.

 

Opere principali:

Un giorno d’impazienza (1952)

Ferito a morte (1961)

Amore e psiche (1973)

Fiori giapponesi (1979)

L’armonia perduta (1987)

La neve del Vesuvio (1988)

Letteratura e salti mortali (1990)

Capri e non più Capri (1991)

L’occhio di Napoli (1994)

L’apprendista scrittore (1996)

Napolitan Graffiti: come eravamo(1999)

Quattro storie d'amore (2007)

Guappo e altri animali (2007)

A cuore aperto (2009)

America 1957, a sentimental journey (2009)

Quando la mattina scendevo in piazzetta (2011)

Esercizi superficiali (2012)

Doppio misto (2012)

Novant'anni di impazienza. Un'autobiografia letteraria (2013)

Umori e malumori (2013)

La bellezza di Roma (2014)

L’inchiesta amorosa (2014)

Ultimi viaggi nell'Italia perduta (2015)

Ai dolci amici addio (2016)

Di terra e mare (con S. Perrella, 2018)

Il fallimento della consapevolezza (2018)

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