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Letto da noi

SUITE FRANCESE       

Suite francese è il titolo dei primi due “movimenti” di quello che avrebbe dovuto somigliare a un poema sinfonico, composto di cinque parti, di cui solo le prime due sono state completate. Con sguardo lucido e persino distruttivo, Némirovsky tratteggia implacabile una grande civiltà in sfacelo. Il primo “movimento” difatti racconta in un grande affresco corale l’esodo di massa dei francesi che, all’arrivo delle truppe naziste, si spostano con tutto quanto, in un trasferimento di dimensioni bibliche. La seconda parte, invece, descrive i primi mesi dell’occupazione in una piccola città della campagna francese. I protagonisti sono due donne, la vedova Angellier e sua nuora, Lucile, e un ufficiale tedesco, Bruno von Frank. Tra il giovane ufficiale e la sconsolata Lucile scocca una scintilla che presto diventa amore: una vicenda emblematica dello stesso paese che finisce per accogliere i soldati tedeschi come uomini, “dimenticando” la loro natura di nemici.

 

Incipit:  

“Sarà dura, pensavano i parigini. Aria di primavera. Una notte di guerra, l'allarme. Ma la notte svanisce, la guerra è lontana. Quelli che non dormivano, i malati nei loro letti, le madri con un figlio al fronte, le donne innamorate con gli occhi sciupati dal pianto, sentivano il primo soffio della sirena, ancora solo un ansito profondo simile al sospiro che esce da un petto oppresso. In pochi istanti il cielo tutto si sarebbe riempito di clamori. Che venivano da lontano, dall'estrema linea dell'orizzonte -senza fretta si sarebbe detto. Quelli che dormivano sognavano il mare che spinge davanti a sé i ciottoli e le onde, la tempesta di marzo che scuote la foresta, una mandria di buoi che galoppano pesanti facendo tremare il suolo con gli zoccoli; ma il sogno finiva e socchiudendo appena gli occhi gli uomini mormoravano: «E' l'allarme?»”

Ancora 1

IRENE NEMIROVSKY (Kiev, 11 febbraio 1903 – Auschwitz, 17 agosto 1942)

Irène Némirovsky, nata in Ucraina, di religione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939, ha vissuto e lavorato in Francia. Arrestata dai nazisti, in quanto ebrea, fu deportata nel luglio del 1942 ad Auschwitz, dove morì un mese più tardi di tifo. Il marito, che si attivò invano per cercare di salvare la moglie, ne seguì la sorte, morendo anch’egli nel campo di concentramento nel novembre dello stesso anno, mentre le due figlie, rifiutate dalla nonna, viaggiarono con un baule mai aperto con gli scritti di Irène. La scrittrice ricomincia senza fine i suoi romanzi per cesellare la penna: cinica, crudele, capace di descrivere i sentimenti con finezza e perfezione.  Una scrittura magnifica che mette in scena banalità mozzafiato disegnando perfettamente i personaggi secondo una tecnica in cui lavora la vita anteriore dei personaggi. Conosceva sette lingue.

 

Opere principali:

  • Suite francese (Suite française) (post. 2004); Adelphi, 2005; Feltrinelli, 2014; Garzanti, 2014 [ha ricevuto il Prix Renaudot a titolo postumo, facendo eccezione al regolamento del premio che prevede la premiazione di soli scrittori viventi]

  • David Golder (1929); Carabba, 1932; Feltrinelli, 1992; Adelphi, 2006

  • I doni della vita (Les Biens de ce monde) (post. 1947); Adelphi, 2009; Editori Internazionali Riuniti, 2013

  • I cani e i lupi (Les Chiens et les loups) (1940); Adelphi, 2008

  • Il ballo (Le Bal) (1930); Feltrinelli, 1989; Adelphi, 2005

     

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